Brano “cult” del repertorio e discografia di Claudio Villa che ne fu primo acclamato interprete. ”Vecchia Roma” introduce il tema del cambiamento della moda e dei costumi con l’abbandono delle vecchie abitudini anche canore. Composta da Mario Ruccione su versi di Luciano Luigi Martelli. Anno 1947/1948. Incisa da Claudio Villa con l’Orchestra Segurini il 11 settembre 1948. Parlophon 78 giri TT 9180, retro “Stornellando alla toscana”. Eseguita dai più grandi del canto all’italiana iniziando da Buti e passando per Consolini, Parigi e i “romani” Alvaro Amici, Lando Fiorini, Sergio Centi, Gabriella Ferri. Molto bella una interpretazione di Peppino Gagliardi. L’esecuzione di Villa è magistrale. La riprese, poi, altre volte per la CETRA. Bellissima.
**************************************************************************** ****************************************************************************
“Cult” piece from Claudio Villa's repertoire and discography who was the first acclaimed interpreter. "Vecchia Roma “ introduces the theme of changing fashion and customs with the abandonment of old habits, including singing. Composed by Mario Ruccione on verses by Luciano Luigi Martelli. Year 1947/1948. Recorded by Claudio Villa with the Segurini Orchestra on 11 September 1948. Parlophon 78 rpm TT 9180, back "Stornellando alla toscana". Performed by the greatest of Italian singing starting with Buti and passing through Consolini, Parigi and the "Romans" Alvaro Amici, Lando Fiorini, Sergio Centi, Gabriella Ferri. A very beautiful interpretation by Peppino Gagliardi. Villa's execution is masterful. Then he resumed it other times for CETRA. Gorgeous.
VECCHIA ROMA
MARTELLI – RUCCIONE
Oggi er modernismo
der novecentismo
rinnovanno tutto va,
e l’usanze antiche e semplici
so' ricordi che sparischeno.
E tu Roma mia
senza nostargia
segui la modernità,
fai la progressista, l’universalista,
dici okey, hallo, thank you, ja ja.
Vecchia Roma
sotto la luna
nun canti più
li stornelli,
le serenate de gioventù.
Er progresso
t’ha fatta grande
ma sta città,
nun è quella
’ndo se viveva tant’anni fa.
Più nun vanno
l’innamorati
per Lungo Tevere,
a rubasse li baci a mille
sotto all’arberi.
E li sogni
sfogliati all’ombra
d’un cielo blù,
so' ricordi der tempo bello
che nun c’è più.
Mo le regazzette
con le polacchette
certo nun le vedi più.
L’ abiti scollati porteno
controluce trasparischeno.
Senza complimenti,
nei caffè le senti
de politica parlar,
vanno a ogni comizio, chiedono er divorzio
mentre a casa se stà a digiunar.
Più nun vanno
l’innamorati
per Lungo Tevere,
a rubasse li baci a mille
sotto all’arberi.
E li sogni
sfogliati all’ombra
d’un cielo blù,
so' ricordi der tempo bello
che nun c’è più.